Premessa

Circa due anni fa, in occasione di una giornata di studio, promossa dall'associazione, sulla depurazione degli scarichi nell'industria galvanica, la Tecam presentò una memoria che, oltre ad evidenziare il nuovo tipo d'approccio, rispetto al passato, nella progettazione degli impianti galvanici e di trattamento dei reflui, terminava descrivendo due impianti di depurazione, realizzati rispettivamente presso un'industria straniera, leader mondiale nella produzione di rubinetteria ed un'industria italiana che produce griglie metalliche, quest'ultima con un impianto di trattamento del tipo a scarico "zero".

In questi due anni, in ogni caso, un numero sempre più crescente d'imprenditori, spinti da ragioni diverse, ha richiesto alla Tecam di progettare sistemi di trattamento a scarico "zero" per una nuova linea di galvanica o per quella già esistente.

Le ragioni principali sono:

  1. La difficoltà di avere per tutto l'anno un approvvigionamento idrico sufficiente a garantire il corretto funzionamento della linea galvanica, oppure le limitazioni al consumo d'acqua imposto dalle autorità.
  2. Il rischio di non rispettare sempre, con un impianto di depurazione tradizionale, i limiti previsti per lo scarico in acque superficiali, nella pubblica fognatura o sul suolo.
  3. La mancata concessione dell'autorizzazione allo scarico da parte delle autorità, perché lo stabilimento produttivo deve sorgere in un'area "sensibile", tipo zona rurale o non servita dalla rete fognaria, o con presenza di falde acquifere sotterranee, ecc.

Non sempre si è potuto, o voluto, soddisfare subito queste richieste, per le seguenti ragioni:

  1. Il costo d'investimento di un impianto a scarico "zero", realizzato secondo la tecnologia sviluppata e sperimentata dalla Tecam, mediamente supera del 20% - 40% quello di un impianto di depurazione tradizionale. L'azienda galvanica, per una questione puramente economica, sceglie quindi di installare un impianto di depurazione tradizionale.
  2. La linea di galvanica esistente non è idonea per la costruzione di un impianto a scarico "zero".
  3. L'azienda galvanica è di nuova costituzione e non ha personale tecnico qualificato ed esperto. In questo caso, è preferibile proporre inizialmente un impianto di depurazione tradizionale, magari con riciclo parziale delle acque.

Solo in seguito, a mano a mano che aumenta l'esperienza e la professionalità del personale, l'impianto potrà essere trasformato a scarico "zero", con la semplice aggiunta di altre sezioni di trattamento.

 

Riteniamo che quest'ultimo motivo sia da tenere nella dovuta considerazione. Non sempre, infatti, l'insuccesso finale dipende ad un'errata progettazione e/o costruzione dell'impianto di depurazione ma, alcune volte, è una conduzione insufficiente ed approssimativa dello stesso da parte del personale preposto, la causa del non corretto funzionamento del sistema.

L'impiantista quindi che propone lo scarico "zero" ad un'azienda galvanica, oltre che essere ben sicuro della tecnologia proposta, deve valutare il grado di preparazione e d'affidabilità delle risorse umane disponibili.

Ciò premesso, descriviamo di seguito le diverse fasi attraverso le quali, partendo dalla richiesta iniziale del Cliente, si è pervenuti alla realizzazione dell'impianto a scarico "zero" in un'azienda galvanica "leader" nella produzione di sedie cromate.