A proposito di HardAlt

Alcune considerazioni su un'iniziativa lodevole.

03/12/2013

La copertina dell'ultimo numero della rivista “Galvanotecnica e nuove finiture” (organo ufficiale di A.I.F.M.) pubblicato da poco, riporta la notizia che il progetto “HardAlt” per una nuova generazione di rivestimenti protettivi alternativi al cromo duro è stato approvato (e si immagina finanziato) dalla Commissione Europea nell'ambito del 7° Programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico.

Fa certo piacere che un consorziato di ECOMETAL come A.I.F.M. partecipi a progetti di ricerca di tale portata ma spiace leggere nell'abstract del progetto (pubblicato nelle pagine interne) che ci sia l'urgente necessità di sostituire la cromatura dura perché i suoi depositi presenterebbero “difetti funzionali”. Così non si rende giustizia a uno dei rivestimenti universalmente più apprezzati proprio per le sue proprietà funzionali.

Quanto ai “problemi di salute degli operatori galvanici a causa dello sviluppo di tumori” si tratta di un'espressione falsa e inutilmente allarmistica. Il rischio da esposizione al triossido di cromo degli operatori galvanici esiste ed è noto e proprio per questo sono state sviluppate tecniche e misure di prevenzione per minimizzarlo e controllarlo. L'adozione di queste tecniche e misure ha permesso di abbattere il rischio per gli operatori a livelli inferiori a quello cui è esposta la popolazione (Decreto 3357 del 13 aprile 2011 della Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia “Vademecum per il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori nelle attività galvaniche”).

Il processo elettrolitico sarà forse penalizzato da un “basso rendimento di corrente” ma forse è il caso di aggiungere che è affidabile, di facile gestione e rapido, ha un costo relativamente basso, richiede investimenti contenuti in attrezzature e il bagno dura a lungo.

Vorremmo poter condividere la certezza espressa da A.I.F.M. nell'abstract che i rivestimenti HardAlt “presenteranno uguali o migliori proprietà funzionali rispetto al cromo duro”. Però bisogna riconoscere che è da quando è stato riconosciuto che il triossido di cromo (che è utilizzato per la deposizione elettrolitica dei rivestimenti di cromo) è una sostanza cancerogena che si cercano alternative al rivestimento di cromo metallo - che di per se è assolutamente innocuo. Alcuni risultati sono stati certo raggiunti per alcune applicazioni di nicchia ma nessun rivestimento presenta attualmente proprietà funzionali complessive migliori del cromo.

La ricerca e sviluppo di nuovi rivestimenti o nuove tecnologie devono essere sempre perseguiti ma lo si può fare anche senza calunniare quelli che si vogliono sostituire.

 

Si legga il punto su cromatura e REACH pubblicato nel numero di giugno 2013 della rivista Trattamenti e Finiture.